L’arte della fotografia comincia in Albania nel secolo scorso. Nel 1858 Pjetër Marrubi, un vero maestro in questa arte, apre a Scutari il primo atelier fotografico, il quale fin dai primi passi diventa un laboratorio creativo della foto artistica. Marrubi era in realtà di nazionalità italiana, e precisamente veniva da Piacenza. La sua attività politica – era allora un sostenitore dell’unità d’Italia – l’aveva portato in esilio nella città del Nord dell’Albania, dove aveva, appunto, fondato lo Studio MARUBI.
Il suo atelier si specializzò in servizi fotografici non solo per privati (ritratti di persone o di famiglie), ma negli anni ’70 Pietro (diventato nel frattempo Pjetër) esegue dei servizi da reporter per la rivista italiana "Illustrazione Italiana" nel vilajet di Scutari.
Le sue fotografie vennero usate come illustrazioni in molte opere letterarie sull’Albania, come cartoline illustrate e per altri scopi.
La seconda generazione dei fotografi Marubbi fu rappresentata dai fratelli Mati e Kel Kodheli. Il primo, molto caro al maestro come un figlio, morì giovane, mentre il minore, Kel, rese questo studio il più famoso nel suo genere, soprattutto nell’arte del ritratto.
Dopo la morte del maestro, Kel assunse il cognome Marrubi, per cui oggi ancora si parla della fototeca Marrubi.
Questa fu organizzata da Kel stesso ed esiste ancora a Scutari.
La terza generazione è rappresentata da Gegë, figlio di Kel, che negli anni ’20 si recò a Parigi dove si diplomò nello studio dei Fratelli Lumiere, presso la prima "Scuola della Foto e della Cinematografia" nel mondo. Applicò le tecniche più attuali di questa arte, utilizzò i raggi infrarossi, la solarizzazione e la foto in rilievo.
Nel 1936 Gegë vinse la medaglia d’oro nel panair di Bari, e nel 1938 lo stesso premio a Salonicco.
Nel 1970 Gegë Marrubi regalò la sua fototeca allo Stato albanese,
Oggi questa raccolta, dichiarata fra l’altro dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, è un archivio molto importante non solo per storici, etnografi, architetti, artisti, ma anche per gli abitanti di Scutari, perché rappresenta un vero e proprio archivio della memoria della città, un vero riferimento "visivo" della nostra storia.
Artigiani nel bazar Sarti nel bazar Artigiani nel bazar Donne in costume
Nell'ambulatorio Il Caffè Central Gita sul lago Il bazar visto dall'alto
del dottor Selem